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Nonostante la sua vita appaia realizzata e priva di problemi, Anastasia, la protagonista, decide di togliersi la vita. Lo fa per non andare incontro a un futuro, imprevedibile dolore, ma il suo il tentativo fallisce e lei si ritrova in coma. È paralizzata e non può parlare, e tutti pensano che non sia neppure in grado di sentire, né pensare. Al suo letto si avvicenderanno i parenti, gli amici, il personale sanitario che, convinti perlopiù di non essere uditi, sono disposti a confessarsi, a raccontarsi oltre ogni pudore. La stanza del reparto di rianimazione diviene quindi un teatro della verità, un luogo dove si entra per spogliarsi, un confessionale, mentre Anastasia riempie il tempo apparentemente vuoto declinando una sorta di dizionario dei sentimenti e delle cose notevoli dell'esistenza. In ordine alfabetico, scorrono ricordi o pensieri che fanno tutt'uno con la narrazione. Da tutto ciò la protagonista trarrà insegnamenti che la costringeranno alla necessaria maturazione, guidandola verso un esito diverso da quello che aveva immaginato.